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Tegola? Piastrella? No, generatore

di Emilio Bonicelli

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26 Gennaio 2010

«Non dobbiamo aspettare che il mercato chieda, sarebbe troppo tardi. Dobbiamo essere noi ad anticiparlo, facendo e proponendo per primi quello che gli altri ancora non fanno. Solo così possiamo avere successo». Bastano queste parole del presidente e fondatore, Franco Stefani, per capire la ragione che ha spinto il gruppo System a sfidare la crisi del terribile 2009 investendo sull'innovazione.

L'azienda ha sede nella "piastrella valley" emiliana, tra Modena e Reggio Emilia, e opera nell'automazione industriale per la ceramica, uno dei comparti più colpiti dal rallentamento dell'edilizia e dell'economia. La risposta alla flessione degli ordini è stata quella d'intensificare ancor più gli sforzi nella ricerca per mettere a punto un prodotto unico nel suo genere. È nato così Photonics, che viene proposto in queste settimane con "successo enorme" sui mercati internazionali, da Los Angeles a Dubai.

Sono tegole, di color mattone, che si posano in modo tradizionale sul tetto, garantendo impermeabilità e isolamento termico, ma che incorporano tutte le caratteristiche di moduli fotovoltaici di ultima generazione. Photonics sono anche lastre di un metro per un metro, disponibili in 13 diverse colorazioni, per realizzare le facciate ventilate degli edifici.

L'idea vincente da cui sono partiti i ricercatori della System è stata quella di offrire al settore immobiliare un fotovoltaico di qualità perfettamente integrabile con le moderne esigenze estetiche e architettoniche, senza supporti e profilature in alluminio. Photonics è anche calpestabile e per questo può aprire nuove prospettive nella produzione diffusa di energia elettrica, con applicazioni interessanti, ad esempio, nell'arredo urbano. In un prossimo futuro potremmo avere piazze o rotonde che illuminano la città.

La nascita di Photonics è stata resa possibile da un precedente decisivo passo sul fronte dell'innovazione compiuto dalla System, che destina ogni anno alla ricerca investimenti corrispondenti al 5% del fatturato. Si tratta di Lamina, una tecnologia che consente di produrre le lastre ceramiche più sottili e più grandi al mondo. Solo tre millimetri di spessore fino a una superficie di un metro per tre.

Per produrre le lastre fotovoltaiche si parte proprio dal sottile supporto di Lamina su cui si applica il circuito elettrico, il silicio, il film protettivo e il cristallo temprato. Il tutto viene cotto come una normale piastrella, ottenendo un prodotto di straordinaria robustezza, versatilità e facilità di montaggio.

Per mettere a punto i due progetti Lamina e Photonics e per avviare gli stabilimenti necessari alla realizzazione su scala industriale dei due prodotti, spiega Stefani, il gruppo System ha investito complessivamente 80 milioni di euro. Tutte risorse derivanti dalla redditività aziandale.

La storia dell'imprenditore emiliano e della sua azienda, d'altra parte, è scandita dalla parola innovazione, con brevetti che hanno rivoluzionato il modo di lavorare nel settore ceramico, come le macchine rotative per la decorazione delle piastrelle, Rocket, Rotocolor e, da ultima, la stampante digitale Rotodigit.

Entrato a 16 anni come operaio elettricista in un'azienda ceramica, pochi anni dopo Franco Stefani investe le competenze acquisite e la liquidazione (170mila lire) per mettersi in proprio. Nasce così una piccola azienda artigiana, uno dei casi di spin-off di maggior successo lungo la Via Emilia. Del 1970 è l'acquisto del primo stabilimento a Fiorano (Modena) destinato a diventare un polo tecnologico di ricerca sui sistemi produttivi nel settore ceramico.

Oggi il gruppo ha oltre 1.100 dipendenti, ha registrato circa 200 brevetti e dispone di 24 filiali nel mondo, dagli Stati Uniti al Vietnam. Con la controllata System Logistics opera anche nel settore dell'automazione industriale fornendo magazzini robotizzati e sistemi di stoccaggio a guida laser.

Il cuore pulsante del gruppo resta il Centro di ricerca, nella sede storica di Fiorano, dove operano 30 tecnici altamente specializzati, anche nella messa a punto di tutto il software necessario ai vari sistemi.

La crisi del 2009 ha fatto sentire i suoi effetti anche sui conti della System, con un calo del giro di affari di circa il 20% rispetto ai 270 milioni del 2008. Anche il 2010 sarà un "anno sacrificato" con occasioni di business che dovranno essere cercate "sempre più lontano". Il rallentamento degli ordini, però, non ha fermato le strategie di espansione internazionale. Lo scorso anno è stato caratterizzato dall'acquisizione dell'americana Diamond Phoenix. Il know how dell'azienda Usa, specializzata nei sistemi di picking, consentirà alla System di completare la propria offerta nel comparto della logistica e dell'automazione industriale, in particolare nell'area del Nord America.

  CONTINUA ...»

26 Gennaio 2010
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